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PINO PINELLI IN MOSTRA TRA PALAZZO REALE E LE GALLERIE D’ITALIA.
14/08/2018
La città di Milano dedica un’importante antologica a Pino Pinelli, ripercorrendo cinquant’anni di carriera dell’artista catanese. Dal 10 luglio al 16 settembre, le opere dell’autore si dividono tra Palazzo Reale, fulcro dell’esposizione, e le Gallerie d’Italia in Piazza Scala, oltre all’opera Pittura Gr. visibile nella Sala della Pittura Analitica del Museo del Novecento.
Un percorso che celebra lo stile inconfondibile di Pinelli, tra l’uso della monocromia, il valore del colore e della disseminazione e il superamento della forma-quadro.
Nella Sala 16 delle Gallerie d’Italia, oltre all’opera intitolata Pittura R., è possibile vedere I cinque movimenti, una nuova installazione.
Mescolando cinque tonalità diverse di rosso, colore ricorrente nelle composizioni dell’artista, l’opera è composta da circa cento elementi materici ed accompagnata musicalmente, all’entrata nella sala, dal Preludio in Do Maggiore BWV 846 di Bach, scelto per sottolineare l’alternanza di diversi ritmi, da quello grave, all’andante e il mosso fino all’adagio.
La sala delle Gallerie d’Italia si presta perfettamente ad accogliere l’esigenza di espansione e di invasione dello spazio che muove i lavori dell’artista. Uno spazio che attende di essere riempito con il gesto pittorico del protagonista.
Per esaltare al meglio la logica artistica di Pinelli, occorre leggere la sequenza di opere presentate come successione di momenti connessi e armonizzati. Momento di maggiore novità è la parete più lunga che ospita una serie di parabole leggermente arcuate, destinate apparentemente a non incrociare le proprie direzioni.
Nelle altre pareti, si riprende il concetto di andamento verticale e orizzontale, per arrivare ad una disposizione che abbraccia simbolicamente tutte le dimensioni dello spazio.
L’autore utilizza infine un modello già presentato in altre occasioni. Nelle pareti ai lati dell’ingresso, forme plastiche in crescere e in levare giocano con il rapporto tra pieno e vuoto. Il risultato è la sensazione che le forme così disposte diventino cornici le une delle altre.
Serena Andreani per Urban Magazine