Green&Culture

Mo’ le Bike

22/11/2017

Ragazzi in bike sharing

Il car sharing sembrava l’idea del secolo. E invece be green spostandoti con le Mobike.

Dimenticatevi della ressa in metropolitana. Dimenticatevi dei pullman pieni fino a scoppiare. Dell’ansia per lo sciopero dei mezzi, la borsa schiacciata tra ascella e collo e l’alito del vicino caldo dentro l’orecchio. Dimenticatevi della macchina, dello stress per il parcheggio, dell’area C e delle strisce gialle.
Dimenticatevi pure del car sharing, anche se sembrava l’idea del secolo.
Spostarsi in città, arrivare in orario e in ordine a un appuntamento è possibile, senza ricorrere per forza al taxi, senza spendere cifre astronomiche, senza inquinare troppo.

L’idea giusta? La bici. Questa però va poi parcheggiata, legata, sistemata e portata in ogni caso con sé senza tener conto dei vari ipotetici imprevisti della giornata. Ecco perché a rivoluzionare il nostro quotidiano e il nostro modo di pensare lo spostamento in città è arrivato Mobike. Migliaia di biciclette disponibili in tutta la città grazie a un’App e a un codice QR da scansionare. Dopo aver usufruito della bicicletta basterà lasciarla in uno dei tantissimi parcheggi sparsi per la città, chiudere il lucchetto ed andare per la propria strada. E se pensate che le biciclette siano usate soltanto dagli aspiranti hipster vi sbagliate di grosso. Famiglie, studenti, impiegati, freelance, pensionati… E non solo perché va di moda. Adesso che hanno preso piede, anzi, pedale, se ne vedono ovunque, parcheggiate sui marciapiedi, vicino alle metro, in eterna e solitaria attesa di una corsa. Un fotografo potrebbe pure farsi venire l’idea di ritrarle in giro. Suggeriamo già il titolo: la solitudine di una Mobike. Sole sì, ma utili. Perché sono la soluzione a tanti problemi. Non inquinano, puoi portare borse e borselli con te e ti evitano quelle crisi di nervi da traffico. Unico inconveniente, il freddo, direbbe qualcuno. Ma va’, con i guanti, i cappotti, le coperte e i ponchi che ci sono adesso, il freddo lasciamolo stare. Scandinavia insegna.

 

Elise Lefort per Urban Magazine

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